Le molteplici attività che emettono CO2, l’inquinamento ambientale indiscriminato e uno stile di vita improntato al consumismo, possono a pieno titolo identificare i problemi a cui l’uomo contemporaneo è chiamato a trovare una soluzione.
Ridurre – Riciclare – Riutilizzare
INTRODUZIONE
Le molteplici attività che emettono CO2, l’inquinamento ambientale indiscriminato e uno stile di vita improntato al consumismo, possono a pieno titolo identificare i problemi a cui l’uomo contemporaneo è chiamato a trovare una soluzione.
La cosa interessante è che tali problemi non sorgono da soli ma al contrario si nutrono l’un l’altro. Un po’ come un circolo vizioso che tende ad auto-alimentarsi senza riuscire a trovare una soluzione di continuità.
Ecco che se notiamo una circolarità nell’entità e nella generazione dei problemi, la questione, nella sua forma, ci fornisce già un principio di soluzione. In termini pratici, ci basterà intervenire su uno di queste situazioni negative per influenzare positivamente anche le altre.
A nostro modesto avviso, il problema è anzitutto ravvisabile nel consumismo sfrenato, a cui ci siamo abituati. Questo modus operandi è un po’ l’epicentro di molti dei guai moderni. Si produce per produrre, per mantenere alte le statistiche e i fatturati. Ogni anno deve esserci sempre un “+” davanti ai numerini che eccitano tanto alcuni imprenditori.
Certo a far bene ed esser premiati dal mercato non c’è nulla di male. Anzi, anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di mandare avanti il nostro laboratorio artigiano incrementando i lavori eseguiti. Ma c’è un ma e anche bello grande qui davanti. Perché come c’è utile e utile, c’è anche crescita e crescita. L’economia e il ciclo economico possono anche essere virtuosi e non solo a discapito di qualcuno o qualcosa. E ancora, si può anche scegliere un paradigma in cui si premia la qualità e non la quantità.
Ci sono quindi 3 “erre” che possono aiutare a produrre un grande cambiamento sia nella vita del cittadino comune che in quella aziendale.
LE 3 “ERRE” DEL CAMBIAMENTO
Le 3 “erre” del cambiamento sono: “Ridurre, Riciclare e Riutilizzare”. Queste 3 parole fungono da principi con cui orientare le proprie scelte. A volte questi termini illuminano strade più semplici da seguire, mentre altre volte portano luce percorsi difficili e impervi da percorrere. Ma sempre e comunque ci sottopongono almeno ad una riflessione oltre che ad una presa di responsabilità e consapevolezza.
Quindi, il tuo lavoro lo puoi fare anche… riducendo, riciclando e riutilizzando?
Questo è il punto.
RIDURRE
La prima riduzione da considerare è quella degli sprechi.
Il classico esempio da manuale è quello del rubinetto di casa che resta aperto anche quando ci spazzoliamo i denti. Questo caso oramai banale e poco d’effetto, torna ad avere un impatto sul nostro cuore nel momento in cui pensiamo che di “rubinetti aperti” ce ne possono essere moltissimi. E ci riferiamo a produzioni che vengono portate avanti solo per poter scrivere su un foglio che si sono fatti più quintali di questo o di quello, nel corso dell’anno. Ci riferiamo a tutto quel materiale o cibo che finisce al macero, perché non esiste un modo virtuoso di gestire tali prodotti in esubero o scadenza. Ci riferiamo a tutte quelle pratiche economiche che sfruttano il fascino del prezzo per portarti a spendere fino all’ultimo centesimo, un’offerta alla volta.
Il secondo tipo di riduzione possibile, che si collega in maniera viscerale alla prima, è proprio legato alla diminuzione dei consumi. Questo punto che influenza dal basso verso l’alto il ciclo produttivo, vede un unico responsabile, il consumatore finale… ovvero ciascuno di noi.
Certo, sentirsi responsabili può essere vissuto con fastidio ma in realtà, all’opposto, può regalare la consapevolezza di essere parte della soluzione. Perché se sono responsabile per un atteggiamento dannoso nei confronti del pianeta, come ho scelto quella strada, ho il potere di cambiare le mie scelte e di andare in una direzione diversa, che fa del bene alla natura.
RICICLARE
Per riciclo si intende l’utilizzo di un bene che era già stato assegnato alla filiera dei rifiuti e che viene trasformato per produrre qualcosa di nuovo, analogo all’originale o anche molto diverso.
Ecco dunque che per riciclare è importante scegliere bene il materiale con cui un oggetto viene realizzato. Oggi non ci sono più tante dita dietro cui nascondersi. Il continente di plastica che fluttua nell’oceano è piuttosto evidente. Come è altrettanto evidente che lo sforzo corale degli stati possa portare a delle soluzioni strabilianti in tempi brevissimi. A volte forse è l’interesse che manca ma ancora una volta ci piace pensare che per quanto siamo goccioline nell’oceano, abbiamo comunque la possibilità di influenzare positivamente le nostre azioni, quelle degli altri e quelle dei governanti.
La prossima volta che sei al supermercato o in un negozio, prova a valutare la riciclabilità del prodotto che acquisti e del suo imballaggio. Capirai subito se il tuo acquisto può contribuire o meno al benessere del pianeta.
RIUTILIZZARE
Il riutilizzo è un’azione immediata che ripristina la funzionalità di un’oggetto anche se poi viene destinato ad un utilizzo diverso da quello per cui era originalmente concepito.
Ripensando alla casa dei nostri nonni, ci vengono in mente fotografie di altri tempi, con tavoli con 4 gambe diverse ognuna proveniente da sgabelli che si erano in parte trasformati in sedie, pentole in cui il piolo di una scala era diventato il manico mancante, chiodi e ancora viti e tasselli che tenevano assieme ogni cosa che il tempo aveva piegato, rotto o reso fragile. Tutti si riutilizzava. Oggi con l’elettronica è molto più difficile ma non impossibile. Avendo armadi e cantine stracolme di cimeli, vestiti caduti in disuso o che non ci piacciono più, possiamo ampiamente contribuire al riutilizzo di beni già creati… magari quello che ti serve si trova già nella cantina di un amico o di un parente.
IL LEGNO E LE 3 “ERRE”
Il legno ci piace da prima ancora che fossimo coscienti del motivo per cui ne eravamo innamorati. Oggi, con i capelli che si tingono d’argento, possiamo dire che qualche cosa l’abbiamo capita.
Il legno è il materiale del passato, del futuro… e per noi anche del presente.
Questo perché ha una quantità di peculiarità che ci portano a chiederci se fosse stata la natura stessa a donarcelo, per aiutarci ad auto-conservarci.
Il legno può essere prelevato da foreste sostenibili, può essere trasformato in qualsiasi tipo di oggetto e una volta assunta una forma, la può mutare, diventando qualcos’altro. Ed infine se il suo ciclo di vita si conclude, la terra ne reclama le sue fibre, di cui torna a nutrirsi per generare nuovamente altra vita, altre piante e altro legno.
Ecco che altre vie sono possibili e tutto passa sempre da Noi e dalla cultura che decidiamo di donare alle generazioni future.
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Al prossimo articolo. Un Saluto da Giulio e Giuseppe, gli artigiani verdi.