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Il più grande organismo del Pianeta

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e ti chiedessi qual è il più grande organismo che abita il nostro meraviglioso pianeta terra, cosa mi risponderesti? Piccolo indizio, non è un elefante. Sarà forse una balena?

 

 

Il più grande organismo del Pianeta

 

Se ti chiedessi qual è il più grande organismo che abita il nostro meraviglioso pianeta terra, cosa mi risponderesti?

Piccolo indizio, non è un elefante. Sarà forse una balena? No, neppure quella. Per arrivare a questa risposta bisogna pensare più in grande e anche a qualcosa che si muove un po’ di meno. Già e se il più grande organismo del pianeta non fosse un animale ma un vegetale?

No non è una sequoia e neppure un albero di baobab ma è l’immenso Pando.

Chi è o cos’è Pando?

Pando è una foresta di pioppi tremuli americani che si trova negli Stati Uniti, più precisamente nello Utah all’interno della foresta nazionale di Fishlake ed ha una caratteristica davvero singolare. Questi pioppi infatti si auto-clonano da oramai migliaia di anni e si stima che questo processo continui da circa 80 mila anni. Eppure a guardarla bene, questa distesa di pioppi, non glieli daresti poi tutti questi anni.

Cosa significa il nome Pando?

Il nome Pando non deriva da Panda declinato al maschile, bensì deriva dal latino “mi espando”. Si stima che questo pioppeto conti all’incirca 50 mila pioppi all’appello.

Cosa rende speciale Pando?

La cosa che più spicca di questa foresta è che i pioppi sono gemelli geneticamente identici, in altre parole, sono uno il clone dell’altro. L’altra grande peculiarità deriva dal fatto che questi alberi sono tutti interconnessi fra loro, grazie alle radici, che si espandono in lungo e in largo sottoterra.

Cos’è la propagazione clonale?

In parole semplici, questo tipo di propagazione si svolge in questa maniera: un pioppo propaga le proprie radici nella terra e dopo qualche metro su di esse si sviluppa una struttura chiamata “pollone” che è in pratica il nucleo da cui prenderà vita un nuovo albero, geneticamente uguale al primo. Questo processo, moltiplicato migliaia di volte, ha dato origine a questo maestoso pioppeto americano.

Quando pesa Pando?

Bè se pensi di aver messo su qualche chilo di troppo durante le festività natalizie, aspetta di sentire il peso di questo pioppeto clonato, per sentirti di nuovo un figurino. Ecco che il nostro “gigante tremante”, così chiamato a causa del movimento delle foglie nel vento, pesa la bellezza di 6 milioni di chili circa… grammo più, grammo meno.

Come sta Pando?

Pando sta bene ma non benissimo. No, non ci sono brutte notizie, perché Pando è ancora vivo e vegeto e potrà essere ammirato ancora da altre generazioni di amanti della natura. La questione è che, come accade anche in altri ambienti, anche nello Utah il clima sta cambiando e questo non può che avere un effetto anche sui suoi abitanti, animale e vegetali. Diciamo che questa non suona come una novità, in quanto la propagazione di questo pioppeto sembra essersi arrestata oramai parecchio tempo fa, esattamente dagli anni ’70. Gli scienziati stanno ancora dibattendo i motivi che possono aver causato questo arresto ma la teoria generalmente accolta vede nella moltiplicazione dei predatori naturali, la risposta a questa cessata crescita. Infatti, nell’area in cui vive Pando si sono via via diffuse varie specie di ungulati, tra cui il cervo mulo, che sono ghiotti delle parti più giovani dei pioppi. Potendo questi animali muoversi e cibarsi liberamente, contribuiscono all’estirpazione dei nuovi alberi nascenti. Da una parte la proliferazione di questi animali può sembrare naturale e benefica (tranne che a Pando) ma in realtà il problema nasce dal fatto che l’intervento dell’uomo si è focalizzato in passato nel cacciare i predatori naturali di questi erbivori, ossia orsi e lupi, eliminando così artificialmente la competizione naturale. Ecco dunque un altro esempio in cui l’uomo intervenendo artificialmente sui fragili equilibri naturali, ha provocato un danno alla natura.

Ti è piaciuto questo viaggio nella Natura?

Un saluto da Giulio e Giuseppe, gli artigiani verdi.

Al prossimo articolo!

  

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